Vi diciamo ormai da un po’ di tempo che il buon funzionamento delle imprese di famiglia dipende anche dalle persone che le compongono: il modo in cui si relazionano e, prima ancora, il loro percorso di vita influenzano il successo dell’azienda. Esserne consapevoli è molto importante perché ci permette di entrare in queste logiche per provare a cambiarle o influenzarle positivamente.
Un grande elemento di riflessione rispetto alla gestione di noi stessi è legato alla gestione delle nostre emozioni, che sono frutto delle nostre convinzioni e motore delle nostre azioni. Questo cerchio lo chiamiamo circuito convinzioni-emozioni-azioni.
Possiamo spiegarlo così: le idee che abbiamo rispetto a ciò che pensiamo sia giusto o sbagliato, bello o brutto, provocano le nostre emozioni e le emozioni di conseguenza stimolano le nostre azioni. Le emozioni sono infatti il motore che sta alla base di come agiamo.
Spesso facciamo l’errore di dare la responsabilità delle nostre emozioni all’esterno. Quello che gli altri dicono o fanno ci provoca delle emozioni e ci induce ad agire, o meglio, a reagire. Ma ciò che succede fuori di noi è uno stimolo, attiva una reazione che ci fa capire come ragioniamo, cosa è importante per noi. La responsabilità delle emozioni è tutta nostra perché è fondata sulle nostre convinzioni, ma non per questo dobbiamo farne a meno: negare le nostre emozioni può essere il più grande errore che facciamo quando abbiamo a che fare con i nostri comportamenti. Il problema è che per tutti noi, ma soprattutto per chi è coinvolto nelle dinamiche delle imprese di famiglia, la dimensione emotiva spesso è così forte da non sapere come gestirla.
C’è un grande errore di fondo nel pensiero economico che ha ricadute nel modo di pensare di molti: si tratta del pensiero secondo cui sono la razionalità e calcolo dell’opportunità a guidare le scelte delle persone. Questo, però, non corrisponde al modello reale di come funziona l’essere umano. Le nostre azioni si verificano perché proviamo delle emozioni che ci attivano. Senza emozioni non ci sono azioni.
La vera questione allora non è negare le emozioni ma valutare la loro appropriatezza rispetto allo stimolo esterno e alle convinzioni interne.
È l’emozione corretta? La sua intensità è adeguata? E una volta che siamo consapevoli delle emozioni che stiamo vivendo, come decidiamo di agire? Cosa facciamo o diciamo? Possiamo rivedere le nostre percezioni e riconsiderare le emozioni che abbiamo provato, oppure possiamo cambiare il nostro comportamento e la nostra comunicazione con gli altri. Ma soprattutto possiamo fare di ogni esperienza emotiva un momento di apprendimento, su noi stessi, su ciò che vogliamo e su come interagire con gli altri.
Le nostre emozioni sono un termometro prezioso che misura il rapporto tra quello che pensiamo di noi, degli altri, del mondo, e gli stimoli che ci vengono dall’esterno. Spesso abbiamo poca consapevolezza del circuito convinzioni-emozioni-azioni ma appena iniziamo ad averne una chiara visione, possiamo decidere come agire e prenderne la responsabilità.
Intraprendere il percorso di consapevolezza della propria persona è una scelta importante, ma anche molto complessa. Spesso diventa difficile fare luce su certe dinamiche senza l’aiuto di qualcuno di esterno. Ecco perché abbiamo creato degli strumenti che possono aiutarti nel percorso. Scaricali e facci sapere cosa ne pensi! E sa hai qualche difficoltà non esitare a contattarci.