Ultimi scampoli di vacanza e con lunedì si torna tutti operativi. I ragazzi stanno finendo i compiti per casa sperando la maestra non dica loro come a Charlie Brown “compiti fatti dopo la mezzanotte dell’ultimo giorno”…
Chi lavora in una Impresa di Famiglia sa bene che la cosa più faticosa è il confronto. Quando le emozioni sono forti, quando gli interessi in gioco sono alti, riuscire a dirsi le cose nel modo più efficace rischia di diventare un compito pesantissimo. Chiarimenti rispetto a piccoli fastidi, equivoci, esigenze non soddisfatte, vengono rinviati per evitare polemiche e farsi il sangue amaro, pena poi ripresentarsi quando il vaso è colmo. E a quel punto con il rischio di farne una frittata, rovinando relazioni e minando risultati.
Un modo efficace per evitare questo, e forse il miglior compito per casa, è allora provare a stendere una lettera indirizzata alla persona con cui siamo chiamati a confrontarci nell’Impresa di Famiglia. Può essere nostro padre o nostra madre, può essere nostra figlia o nostro figlio, nostro fratello o nostro cugino.
Ma stendere una lettera, prenderci del tempo per scrivere le nostre riflessioni e rivederle su carta, ci aiuta ad avere più consapevolezza, ad affinare il pensiero, a modificarlo, a renderlo più forte, ad evitare di cascare nella trappola dell’emotività del momento, delle battute che dette a caldo, in riunione o fuori contesto, rischiano di non rappresentare veramente il nostro pensiero ma di dare sfogo alle nostre frustrazioni.
Una possibile traccia potrebbe contenere questi punti:
La storia dell’Azienda dal nostro punto di vista, quello che abbiamo vissuto, quello che abbiamo scoperto, i passaggi che consideriamo più importanti e che hanno segnato i risultati dell’azienda e la sua condizione attuale.
Le prospettive che l’Azienda ha davanti, le sfide, i rischi e le opportunità, le decisioni da prendere e le aree su cui lavorare.
I valori che hanno guidato nel passato e i valori che devono accompagnarci nel futuro.
Le cose che abbiamo apprezzato dell’altro, i suoi punti di forza, le sue capacità, il suo contributo positivo a creare un team virtuoso in azienda.
Le cose che ci mettono in difficoltà dell’altro, quello che pensiamo che mini il futuro dell’impresa e il fare squadra con gli altri.
Quello che vorremmo impegnarci a fare per il bene dell’Impresa e della Famiglia.
La gratitudine per quanto è stato fatto fin qui, le aspettative per il futuro relazionale e professionale.
Potremmo scoprire tanti elementi che rafforzano la nostra volontà a lavorare insieme per l’anno che è appena cominciato e per tanti anni a venire. E potrebbe essere bello allora offrire all’altro questo riconoscimento per il passato e questo impegno per il futuro. Potremmo però scoprire motivi che mettono in discussione il nostro lavorare insieme, la nostra volontà di continuare a contribuire all’Impresa di Famiglia. Per differenza di vedute, per differenti modalità, per difficoltà a riconoscere e a farsi riconoscere.
E se le cose che stiamo meditando e che abbiamo steso son troppo difficili da condividere? Se non sappiamo come potranno essere recepite e come fare in modo che vengano recepite nel modo migliore?
In quel caso il confronto con un facilitatore può aiutare a rivedere i nostri pensieri e valutare la loro solidità, può aiutarci a valutare le alternative e le modalità per una condivisione più efficace. Può aiutarci a fare di questi compiti per casa, l’occasione preziosa per la revisione del nostro stare, o non stare, nell’Impresa di Famiglia.
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