Il Decreto legislativo nr. 14 del 12 Gennaio 2019 dà attuazione alla legge 155 del 19 ottobre 2017 e rivede in modo sostanziale la legge fallimentare. Lo scopo è quello di prevenire le situazioni di insolvenza stimolando l’adozione di criteri di gestione più solidi e una più approfondita conoscenza della propria situazione finanziaria. Ne derivano nuove procedure di allerta, nuovi assetti organizzativi interni e l’estensione delle responsabilità in capo agli amministratori.
E questo non solo per le società di capitali (spa e srl) ma anche le società di persone, snc, sas, ss, e le ditte individuali. È sufficiente che l’impresa, a partire dal 2017 e per due anni consecutivi, abbia avuto un fatturato superiore ai due milioni di euro, un attivo superiore ai due milioni di euro o una media dei dipendenti superiori alle 10 persone perché si ponga in essere la necessità di avere un organo di controllo (revisore, società di revisione, sindaco o collegio sindacale) già a partire dal 2019.
L’organo di controllo avrà il dovere di verificare che l’assetto gestionale sia adeguato e che vi sia equilibrio economico-finanziario attuale e previsionale. Nel caso in cui non vi siano le condizioni di garanzia gestionale e di equilibrio economico-finanziario, gli amministratori o gli organi di controllo sono chiamati a segnalare il rischio di crisi all’OCRI, l’organismo di composizione della crisi d’impresa costituito presso ogni Camera di commercio.
Se l’obbligo di un sindaco o di un revisore può essere visto come l’ennesimo onere in carico alle nostre aziende sempre più pressate da vincoli burocratici, possiamo anche vedere in questa nuova normativa lo stimolo per rendere le imprese più virtuose e solide. La spinta a coltivare un assetto organizzativo, amministrativo e di governance in grado di assicurare un’adeguata gestione dell’impresa, può essere di stimolo per permettere continuità e sviluppo all’azienda di famiglia, evitando il rischio di una crisi. Con la nuova normativa, infatti, le aziende potranno recepire in modo tempestivo i segnali di allarme e attivare per tempo iniziative per la gestione della crisi.
Il rischio però è quello di costruire l’ennesima sovrastruttura burocratica su una azienda già sotto la pressione di tante altre sfide. Per evitarlo, l’unico modo è quello di lavorare per coltivare un’organizzazione che apprende, un sistema vivente fatto di persone che si confrontano efficacemente per interpretare gli andamenti della gestione guardando all’azienda a 360 gradi.
Il Modello con quattro quadranti (persone-relazioni, organizzazione-governance, scopo-visione strategica e numeri-indicatori) è la griglia per intercettare tutti gli aspetti che impattano sull’impresa di famiglia. Il percorso business e di famiglia invece è il processo di continua verifica che FBU propone all’impresa e alla famiglia, che per un primo periodo può essere accompagnato dai nostri Consulenti.
Per molti professionisti questo è un tema caldo, una sfida e una opportunità in quanto dovranno dare supporto alle aziende con cui lavorano. La maggior parte di loro si sentono a proprio agio con le dimensioni di governance societaria o economico-finanziaria. Ma quanti vorrebbero offrire ai propri clienti un supporto capace di cogliere le tante sfaccettature delle imprese familiari? Quanti stanno cercando una via per aiutare gli imprenditori a confrontarsi in modo sano ed efficace nell’impresa di famiglia?
Se senti di essere uno di loro, noi di FBU possiamo darti supporto nel realizzare questi tuoi obiettivi!
Sei un coach o consulente che lavora con le imprese di famiglia? Sei interessato ad approfondire il nostro modello? Ti consigliamo di consultare la pagine dedicata al Practitioner FBU, un percorso di specializzazione per lavorare consapevolmente con le aziende familiari.