Di sicuro domenica scorsa Roger Federer ha onorato la memoria di David Foster Wallace che prima di morire gli ha dedicato un saggio, Il tennis come esperienza religiosa, e ha coniato il termine di Federer Moments per celebrare un talento fuori dall’ordinario, capace di scambi e colpi in grado di spiazzare gli avversari e mandare in estasi gli spettatori. Un talento che lo ha portato a vincere per l’ottava volta sull’erba di Wimbledon a distanza di 14 anni dal suo primo successo.
Un successo straordinario che condivide con la moglie, Miroslava Vavrinec, ex tennista, con cui ancora diciannovenne si scambiò un bacio durante le Olimpiadi di Sidney del 2000 e da cui ha avuto due coppie di gemelli, due bimbe nel 2009 e due maschietti nel 2014.
E sembra che a lei debba molto in termini di stabilità emotiva, di sostegno ed incoraggiamento. Una condizione di moglie, di assistente, di manager che fa veramente pensare al detto che dietro ad un grande uomo ci sia una grande donna. Un luogo comune che rischia di essere poco moderno e politicamente corretto ma che ricorda come il successo di una persona è spesso dovuto all’equilibrio e all’armonia che trova in casa, quando torna dalle fatiche di un allenamento o quando deve affrontare le sfide di un periodo no, fatto di infortuni e sconfitte.
Tempo fa un giovane imprenditore un po’ amareggiato raccontava la differenza che c’era tra lui e suo padre. Quando papà tornava stanco dal lavoro, qualunque ora fosse la mamma era li al suo fianco a sostenerlo con una parola buona e un piatto di minestra calda. Ora, continuava il nostro, se io torno a casa un poco in ritardo mia moglie protesta perché la cena era già pronta da un po’.
Non è un caso che nella nostra esperienza le imprese di famiglia più serene ed efficaci hanno alla base una solida coppia di imprenditori e che invece spesso le tensioni nell’impresa siano legate alla scarsa qualità del confronto in coppia e in famiglia.
Una volta era scontato, ci si dividevano i compiti nel lavoro o tra casa e lavoro in un connubio in cui il progetto di vita era personale ma anche familiare. Oggi la condivisione è meno scontata, si devono negoziare spazi di realizzazione individuali in un contesto in cui i ruoli sono meno definiti. Non è una questione di rimpiangere i bei tempi andati e di voler tornare a ruoli rigidi e definiti dalla società, ma di ripensare a come in famiglia e nella coppia si condividono progetti e ci si sostiene a vicenda.
In un periodo di grandi tensioni e difficoltà nel mondo del lavoro, si parla tanto di resilienza rischiando a volte di considerarla come una dote individuale e non del sistema di coppia e di famiglia in cui si vive.
E allora, come ricreare un sistema capace di sostenere i suoi membri e di condividere un progetto di coppia e di famiglia come un progetto integrato capace di valorizzare tutti i suoi componenti?
La nostra esperienza e la nostra ricerca ci convincono sempre di più dell’importanza del dialogo e del confronto nella coppia e in famiglia per fare in modo che si confrontino le storie e si integrino i percorsi personali in un progetto comune e condiviso in cui affrontare le sfide e crescere insieme.
E fare in modo che scegliere chi prepara la minestra a chi non sia più né un dovere sancito dall’esterno, né una negoziazione logorante all’interno ma piuttosto la capacità dei membri della coppia e della famiglia di servire il sistema piuttosto che farsi servire dal sistema.
Durante i nostri webinar parliamo di queste e molte altre tematiche relative alle imprese di famiglia. Per conoscere i prossimi lasciaci la tua email.