È arrivato il tempo delle renne, di Babbo Natale e della sua slitta piena di doni per tutti; è arrivato il tempo di pensare alle persone a cui fare il regalo e al regalo giusto per ognuno. Per qualcuno è un divertimento, per (molti) altri una seccatura. Questo periodo, però, è anche l’occasione per pensare all’importanza dei doni nelle nostre famiglie, il loro valore simbolico e relazionale.
Per scegliere il dono giusto, devo conoscere la persona a cui lo sto facendo, saperne gli interessi e le preferenze. Inoltre, devo conoscere bene me stesso, cosa intendo comunicare e cosa è importante per me. Se misuro l’efficacia della mia comunicazione dalla risposta del mio interlocutore, il valore del dono è quello percepito da chi lo riceve. Il dono è un gesto e come tale comunica qualcosa, ma è anche dentro ad un circuito di comunicazione che si sviluppa prima e dopo l’atto del donare. Donare qualcosa può essere un modo per cambiare il registro della comunicazione, ma non può prescindere dal dialogo in corso tra chi dona e chi riceve.
La vita è un continuo scambio: un dare e un ricevere. Un dono non è però una transazione. Mentre chi scambia in un mercato concorda il valore dello scambio con chi riceve il bene, chi dona non ha la certezza di un ritorno, anzi. Il vero dono è quello che non ha aspettative di ritorno, che trova il suo ritorno già nell’atto del donare, nella gioia del dare per il piacere di dare.
Ma non è sempre facile essere del tutto disinteressati nel nostro donare. A volte ci sono dimensioni sostitutive e compensative: si dona per ovviare a un senso di mancanza o di limite nella nostra relazione con l’altro. Altre volte ci sono dinamiche di potere, in cui entrano in campo autonomie e dipendenze. Ma in tutti gli altri casi c’è comunque sempre una dimensione dello scambio e dell’impegno:
Scambio: quando invitiamo qualcuno a casa nostra l’aspettativa è che poi l’invito venga ricambiato. Perché il circuito non si interrompa è necessario che lo scambio si chiuda con un ringraziamento sentito;
Impegno: se regaliamo qualcosa per noi importante, ci teniamo che questo dono venga riconosciuto e apprezzato.
Dicono che sia impossibile restituire ai genitori tutto quello che ci hanno donato e che l’unico modo per farlo sia prendendosi cura dei propri figli, in un circuito senza fine da una generazione all’altra. Uno dei marchi più prestigiosi dell’orologeria l’ha detto benissimo in una campagna pubblicitaria di grande successo: “Tu in realtà non lo possiedi. Semplicemente te ne prendi cura per la prossima generazione.” Si può dire di un orologio come di un intero patrimonio di una famiglia o dell’ambiente in cui viviamo. Questo è più facile quando una generazione è consapevole del debito che ha contratto nei confronti di chi l’ha preceduta, ma può essere difficile quando è stata artefice di una grande creazione di valore come capita spesso con le prime generazioni imprenditoriali.
Il dono in famiglia non è, però, un dono da uno ad uno. Per prima cosa si apre il tema dell’accordo tra i due genitori. Padre e madre condividono la scelta del dono e del suo significato? Seguono un principio di uguaglianza tra i figli o una logica di equità che cerca di sostenere chi può avere più necessità di supporto? Quando si dona ai figli adulti si apre il problema delle famiglie che questi formano e delle dinamiche che si creano con le loro mogli o i loro mariti.
Il legame che li lega può essere molto forte e i doni che i nonni fanno ai nipoti possono avere un grande significato emotivo e simbolico. Spesso i nonni si comportano diversamente con i nipoti: possono permettersi di agire con la libertà che non si sono concessi con i figli quando ne avevano la responsabilità educativa. Ma anche in questo caso è necessario un dialogo trasparente e un accordo con i genitori perché non si creino equivoci e fraintendimenti.
Quando tocchiamo le dinamiche familiari, diventa importante che in famiglia ci sia la capacità di dialogare serenamente sui doni, sul loro significato, sulle aspettative e sulle relazioni tra tutte le persone coinvolte più o meno direttamente. Altrimenti è altissimo il rischio di incomprensioni, risentimenti e conflitti.
Cosa donare, come donarlo, a chi donarlo, quando donarlo non sono, quindi, domande da poco. Il Natale è un’occasione preziosa per riflettere sul valore del dono nelle nostre relazioni familiari. Ci ricorda che i regali sono solo uno strumento che non si sostituisce a ciò che di più prezioso possiamo offrire: il nostro tempo, le nostre energie, la nostra capacità di ascoltare e in definitiva la nostra capacità di amare e donare noi stessi.
Auguri!