di Sabrina Fantini e Elena Ripamonti
Nelle imprese di famiglia le donne giocano, simultaneamente, tutti i loro ruoli.
Sono punto di riferimento per la famiglia, nella veste più tradizionale di madri, mogli, figlie, sorelle a cui è spesso delegato il compito di tenere le fila delle relazioni affettive. Sono parte dell’impresa, dove hanno la sfida di andare oltre i pregiudizi, spesso inconsapevoli, su competenza e disponibilità all’impegno. La loro propensione alla cura e al benessere collettivo le fa custodi del capitale sociale ed emotivo dell’intero sistema impresa-famiglia.
Anche se non sempre questi ruoli sono espliciti e riconosciuti, l’impresa di famiglia resta un contesto privilegiato per approfondire e sostenere la leadership femminile, proprio perché si tratta di un microcosmo dove si incrociano l’ambito privato, professionale e sociale.
Riconoscere il valore del femminile, integrarlo nel sistema imprenditoriale e valorizzarlo come contributo al cambiamento, è un uno straordinario potenziale disponibile che viene ancora poco utilizzato. È fondamentale partire dalle donne, senza lasciare fuori gli uomini.
Non si tratta, infatti, solo di una questione di genere. Femminile e maschile sono energie che abitano ogni persona e per offrire il loro contributo hanno bisogno di essere riconosciute e valorizzate.
La leadership maschile è assertiva, focalizzata, decisionista, orientata a obiettivi e performance. La leadership femminile è più intuitiva, meno visibile, attenta ai punti di vista dell’altro e alla valorizzazione delle persone.
Attitudine generativa e cooperazione sono la sintesi delle principali caratteristiche del femminile:
Visione olistica, globale, che incrocia attenzione al sistema e alle singole persone
Flessibilità, creatività e intuizione che favoriscono la possibilità di uscire dagli schemi
Ascolto, empatia e condivisione, ovvero le principali doti di intelligenza emotiva, sinonimo di benessere
Cura e responsabilità verso sé stessi e verso gli altri come attitudine trasformativa
Non si tratta di qualità esclusive delle donne, di certo le donne possono metterle in pratica con chiarezza e confidenza come agenti del cambiamento nell’impresa.
Nella nostra cultura esiste una polarità netta: la leadership maschile funziona nel mondo del lavoro (imprenditoriale soprattutto) mentre quella femminile è destinata alla sfera privata. Un’idea che ha prodotto una minore presenza delle donne nel mondo del lavoro e nei ruoli dirigenziali.
L’imprenditoria femminile rappresenta il 22% in Italia, seppure in forte crescita: negli ultimi cinque anni il 75% delle nuove imprese italiane sono fondate da donne (Unioncamere 2020). Nelle imprese di famiglia il gap numerico è minore: nel 2008 le successioni al femminile erano il 12% e nel 2018 avevano già raggiunto il 37% (Cerif 2020).
In un ambiente lavorativo in cui il valore del femminile è poco riconosciuto, sono le donne per prime a nasconderlo. Si adeguano al modello maschile, per dialogare e trovare riconoscimento. Oppure rimangono ai margini, coltivano dubbi sul proprio valore, rinunciano alla carriera per preservare uno spazio alla famiglia e agli affetti.
Per le donne c’è una maggiore complessità nella ricerca di equilibrio tra vita e lavoro, che arriva da oggettivi carichi di cura (in particolare rispetto ai figli) e dalle pressioni sociali. L’ostacolo principale è lo sguardo verso le qualità della leadership femminile: spesso vengono considerate deboli, trascurabili, non adeguate all’ambiente lavorativo, addirittura sbagliate. Così il femminile in azienda viene soffocato, sia dagli uomini che dalle donne.
Abbiamo approfondito qualche ricerca internazionale e le teorie di alcuni dei maggiori esperti mondiali di sviluppo organizzativo e abbiamo colto un trend stimolante: le caratteristiche della nuova leadership e gli approcci all’innovazione fanno riferimento alle qualità del femminile.
L’idea di leader sta evolvendo da un immaginario eroico, fondato sulla figura di “capitano della nave”, ad una nuova prospettiva, che guarda alla capacità di costruire architetture sociali. Mettere le persone al centro, portare attenzione all’intelligenza emotiva e alla qualità delle relazioni per costruire una dimensione di senso che attiva la responsabilità individuale e orienta allo scopo comune: questo è uno stile di leadership più efficace in un contesto come quello che stiamo vivendo, carico di complessità, incertezza e forte interconnessione.
Un modello di leadership definito in molti modi, con sfumature diverse: leadership diffusa, partecipata, trasformazionale, anche leadership dell’innovazione. L’innovazione, infatti, non è frutto di un solo momento o dell’intuizione geniale di una mente illuminata. È il risultato di un atteggiamento personale aperto agli altri e al cambiamento, è frutto di un contesto sociale inclusivo e collaborativo.
I dati misurano e raccontano come l’inclusione della diversità (di genere in particolar modo) impatti positivamente sul benessere di un sistema e sui risultati concreti, di performance e fatturato. È la ricerca di equilibrio tra posizioni diverse a favorire efficienza; è l’integrazione della diversità ad aprire le porte all’innovazione; sono lo scambio e il conflitto costruttivo da cui nascono le scintille del nuovo.
Da un lato, l’integrazione tra le dimensioni maschile e femminile aiuta in questa direzione. Dall’altro, l’approccio femminile, più cooperativo e creativo, favorisce attitudine alla contaminazione e contribuisce a creare quell’ambiente più aperto e inclusivo, che rende le imprese in grado di riconoscere e sostenere l’innovazione.
La relazione diretta tra leadership femminile e innovazione è l’intuizione che ha dato vita a una ricerca ad ampio raggio. Partiamo dal ruolo cruciale delle donne nelle imprese di famiglia, di cui avevamo cominciato ad occuparci già qualche anno fa.
Osservare e raccontare le qualità del femminile, approfondire modelli di riferimento e storie reali, proporre momenti di confronto tra donne (e non solo), organizzare workshop per sostenere la consapevolezza del femminile e la capacità di metterlo in azione: queste sono le attività che abbiamo immaginato per rendere questa risorsa davvero disponibile al sistema-impresa.
Il primo passo è un questionario che ci aiuterà a scattare la fotografia di questo momento sulle qualità della leadership femminile riconosciute dalle donne nelle imprese di famiglia, sull’approccio all’innovazione adottato nelle loro imprese e sul contributo specifico che il femminile può offrire.
L’ambizione è di trasformare il femminile, da attitudine nascosta e trascurata, a qualità riconosciuta e integrata, come contributo all’impresa e alla sua evoluzione.