Una delle grandi sfide delle aziende familiari? L’apertura ai manager, persone esterne alla famiglia capaci di portare competenze specialistiche per la gestione e lo sviluppo dell’impresa.
La tensione tra imprenditore e manager è una costante per chi si occupa di imprese soprattutto di quelle piccole e medie: un confronto in cui il rischio delle incomprensioni – e del divorzio – è particolarmente alto se non ci sono le condizioni per un confronto efficace. Un confronto che tocca più livelli, quello tra fiducia e merito, quello tra flessibilità e struttura, quello tra consolidamento e cambiamento.
Fiducia e Merito
Tipicamente il coinvolgimento nella stanza dei bottoni, delle decisioni e delle informazioni, vede tante imprese coinvolgere solo i familiari ed escludere i manager. Spesso viene considerato poco piacevole far sapere i fatti propri a estranei, o dover affidare a terzi le scelte di business, che siano di produzione, gestione dei clienti o della cassa. Il rischio però è di rimanere limitati alle competenze, non sempre all’altezza delle richieste dell’azienda, soprattutto quando questa cresce.
Flessibilità e Struttura
Tipicamente quando l’azienda cresce l’imprenditore si rende conto che questa va sviluppata anche nella sua organizzazione. Ci sono i costi da controllare, il sistema informatico e gestionale da sviluppare, la qualità da assicurare. Questo richiede che anche l’imprenditore si metta in gioco e sappia stare alle regole, cosa alquanto difficile: il rischio è che non sappia o non voglia sottostare a quelle regole o che non gli piaccia più lavorare in una azienda che si è fatta più burocratica di quanto volesse. Nel caso dell’introduzione di un manager, c’è il rischio che anche lui, per quieto vivere, preferisca adeguarsi allo stile imprenditoriale, vestendolo in giacca e cravatta per renderlo più presentabile agli esterni ma senza cambiare in realtà il modo di gestire l’azienda.
Consolidamento e Cambiamento
Dire di voler cambiare non vuol dire poi riuscire a farlo. Fino a quando non è strettamente necessario, e spesso anche dopo, cambiare in corsa non è per niente facile: significa lasciare il certo, quello che ha dato successo, per l’incerto. Ma soprattutto, per chi guida l’impresa significa mollare il controllo e lasciare che altri guidino (almeno in parte). Questo, spesso, spaventa…
Con questi punti non vorrei che si pensasse che il problema sia solo da parte degli imprenditori e delle loro famiglie. La questione del coinvolgimento dei manager nell’impresa di famiglia è anche responsabilità di questi ultimi.
Ci sono due tipi di manager: quelli che occupano posizioni di responsabilità crescendo in azienda e quelli che ci entrano per occupare subito posizioni di responsabilità dopo essersi formati in realtà più strutturate. In entrambi i casi il rischio è di cadere in due estremi:
la rigida posizione di chi vuole impostare la gestione aziendale come ha imparato a fare in realtà più sviluppate, rischiando però la crisi di rigetto dell’imprenditore che si sente troppo forzato a fare quello che non è.
voler imitare certi atteggiamenti imprenditoriali abdicando alla propria professionalità per essere più accettato dall’imprenditore.
Come avviare un dialogo efficace tra due parti che rischiano di avere reciprocamente e contemporaneamente un atteggiamento di soggezione e di superiorità?
Da un lato c’è l’imprenditore che sa di non sapere, di non avere le lingue o le competenze specialistiche, ma che sa anche di essersi realizzato avendo dimostrato quanto vale. Dall’altro c’è il manager che vive un confronto in cui vuole dimostrare quanto sa, ma ha la soggezione per chi – anche senza grandi scuole – ha saputo sviluppare l’impresa.
Come risolvere la situazione?
A noi di FBU piace molto la lezione del maestro Adizes: solo con un confronto di reciproco rispetto e fiducia si può coltivare una sana ed efficace relazione tra imprenditore e manager. Il rispetto di chi sa ascoltare sapendo che ha sempre qualcosa da imparare dall’altro e non ha il bisogno di dimostrare nulla e la fiducia di chi sa che può contare sull’altro senza doverlo necessariamente controllare in continuazione.
Insomma, è necessario metterci in gioco come persone, prima ancora che come imprenditori, manager e professionisti.
E a proposito di confronto, dialogheremo su questo tema durante uno dei prossimi appuntamenti online di FBU Club per imprenditori. L’incontro si svolgerà lunedì 22 giugno dalle 18 alle 19.30 su zoom.us e sarà moderato da Luca Marcolin. L’iscrizione è gratuita.