Il report di Edelman del 2019 mette in luce quanto la reputazione delle imprese continui ad essere un fatto di fiducia tra persone. E la famiglia alla guida di un’impresa è inevitabilmente più attenta a quel valore, ci investe di più e con più coerenza.
A dirlo sono tutti gli interlocutori: i collaboratori ci lavorano più volentieri, i clienti sono più ben disposti, le comunità si sentono più rispettate.
Un patrimonio importante, quello della reputazione: ci si mette una vita a costruirlo e un attimo a distruggerlo. Chi legge di scandali e di gossip lo sa bene: la reputazione è un valore tanto prezioso quanto immateriale.
Edelman, agenzia internazionale di relazioni pubbliche che produce report annuali sui temi della reputazione, ha pubblicato un report che riporta l’analisi della reputazione delle imprese di famiglia, studiata su 27 mercati e 33.000 interviste.
In un quadro complessivo in cui la fiducia dei cittadini sembra critica, le imprese di famiglia spiccano per reputazione. Dai dati globali dell’indagine emerge davvero poca fiducia: 56% per gli enti non governativi e le imprese, 47% per i media e i governi.
In questo quadro desolante le imprese di famiglia si differenziano in modo notevole: la fiducia in questo tipo di azienda sale al 69% e in Italia al 77%.
Il report annuale di Edelman, oltre a indagare la reputazione delle imprese di famiglia, approfondisce ogni anno un aspetto differente. Per il 2019 il tema trattato è quello del rapporto tra il CEO e i suoi collaboratori.
Interessante notare che nelle aziende familiari i collaboratori si fidano di più di ciò che l’imprenditore dice in riferimento alla sua azienda, rispetto a ciò che le fonti esterne dicono sempre in merito a quell’azienda: se c’è differenza tra quello che dice un giornalista o dice l’amministratore delegato, nelle imprese di famiglia prevale tra i collaboratori l’idea che la ragione stia dalla parte dell’amministratore mentre nelle imprese non di famiglia la maggioranza dei collaboratori dà più fiducia alle informazioni esterne.
Nei family business il collaboratore vede il CEO come una persona di cui fidarsi e che ha il potere di agire per cambiare le cose. Il 79% di loro, infatti, crede che l’imprenditore dovrebbe stimolare un cambiamento positivo ancora prima che il governo lo imponga attraverso la legge. In questo senso, i tre grossi temi che vengono considerati più importanti sono la formazione e l’aggiornamento professionale, retribuzioni eque e l’abbattimento di pregiudizi e discriminazioni.
Chi lavora nelle imprese di famiglia è molto più coinvolto nelle dinamiche aziendali, ma allo stesso tempo pensa che conoscere meglio l’imprenditore alla guida dell’azienda sia importante per creare ancora più coinvolgimento e fiducia. L’80% dei collaboratori trova importante conoscere i valori che guidano l’imprenditore, il 79% gli ostacoli che ha dovuto affrontare per arrivare al successo e il 76% le attività filantropiche che coltiva nella sua vita privata.
Leggendo questi dati viene spontaneo pensare che l’imprenditore debba far fronte a un grosso carico di aspettative e abbia una responsabilità enorme nel rapporto con i suoi collaboratori.
Se sei un imprenditore in un’azienda familiare probabilmente ti stai chiedendo se le azioni che compi ogni giorno vanno ad incrementare la fiducia dei tuoi collaboratori oppure no. Noi di FBU abbiamo creato un kit di strumenti per le imprese di famiglia, che aiuta a riflettere su alcune delle tematiche trattate in questo articolo.
Puoi consultarli in autonomia oppure condividerli con il tuo team per avere altri preziosi punti di vista. Se hai bisogno di aiuto puoi contattarci a info@familybusinessunit.it: organizzeremo un incontro gratuito per capire come possiamo esserti utili.