Prenditi del tempo per ascoltare le parole di Andrea Arrigo Panato, Andrea Raimondi e Giacomo De Candia, intervistati da Luca Marcolin durante un incontro di FBU Club sull’importanza per le aziende di famiglia di scegliere con cura i propri consulenti.
Nell’ambito del family business capita spesso di sentire che il commercialista sia il consulente di fiducia dell’imprenditore. Di solito il loro rapporto dura per decenni, probabilmente a causa della continuità operativa, della confidenza che si crea nel tempo e della riservatezza dei temi trattati.
Sempre più spesso, però, questo rapporto diventa difficile e faticoso. Per il commercialista da un lato c’è l’aggiornamento professionale sempre più pressante e dall’altro ci sono aziende clienti sempre più complesse che chiedono risposte puntuali in tempi ristretti.
Seguire un’impresa di famiglia chiede davvero una prospettiva globale: la dimensione umana e relazionale della famiglia, la dimensione tecnica e gestionale di tutte le funzioni aziendali, la dimensione societaria, legale, patrimoniale e fiscale…
Quello che sempre più emerge è la necessità di decidere quanto essere portatori di sapere specialistico e quanto essere coordinatori generalisti. Ricordando sempre che essere tuttologi è un mestiere che chiede la competenza di capire un po’ tutto e sapere quando coinvolgere gli altri.
Ne abbiamo parlato a più voci, tra commercialisti e consulenti di family business, per capire quale possa essere il modo più efficace per aiutare le imprese di famiglia a darsi continuità e sviluppo.